Anche durante le ferie estive, l’attività della Marina Militare non si ferma.

Ferie per molti ma non per tutti. Durante questa estate oltre 2.500 marinai sono stati impegnati in attività operative ed in campagne addestrative ed idro-oceanografiche. Durante queste fondamentali attività di presenza e di sorveglianza si è così voluta assicurare sia la tutela degli interessi nazionali, sia la sicurezza delle nostre attività marittime, sia la protezione delle linee di comunicazione, delle fonti energetiche strategiche d’interesse nazionale ed il contrasto ai traffici illeciti, nonché, infine, la promozione del nostro Made in Italy all’estero attraverso attività duali e complementari a favore della collettività. Dall’Oceano Atlantico all’Oceano Indiano, dal Mar Artico al Mar Mediterraneo, le unità navali della Marina Militare sono attive in diversi scenari mondiali e quest’estate il loro lavoro, mentre molti di noi si potevano godere spiagge e mari, è stato fondamentale. Dall’operazione Mare Sicuro a quella NATO Sea Guardian, dall’operazione europea Atalanta alla missione MFO, fino all’Operazione Strade Sicure con la Brigata Marina San Marco ed, infine, alle attività di bonifica dei residuati bellici da parte dei palombari del Comando Subacquei ed incursori (COMSUBIN) che garantiscono anche la prontezza operativa delle camere iperbariche a Taranto e La Spezia per i trattamenti sanitari iperbarici d’emergenza. A tutti loro va un ringraziamento speciale per l’assiduo e costante impegno profuso in tutti i giorni dell’anno allo scopo di assicurare la difesa dei confini e delle vie di comunicazione marittime e la sicurezza dal mare e sul mare del nostro Paese per il bene della collettività.

 

Proprio luglio ed agosto è stato il periodo dell’anno in cui si sono avuti i maggiori interventi di bonifica d’urgenza su ordigni esplosivi, spesso rinvenuti dagli stessi vacanzieri, per garantire la piena fruibilità dei nostri mari, fiumi e laghi. In questo periodo i Nuclei SDAI (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) del Gruppo Operativo Subacquei (GOS) di Comsubin hanno operato, infatti, in diverse località italiane per neutralizzare numerosi ordigni esplosivi rinvenuti sia dai bagnanti, sia nell’ambito di bonifiche subacquee sistematiche condotte da aziende specializzate. In totale dal primo gennaio 2018 sono stati neutralizzati più di 23.000 ordigni esplosivi e residuati bellici dai mari, fiumi e laghi italiani (senza contare i 33.570 proiettili di calibro inferiore ai 12,7 mm anch’essi rimossi e distrutti). Interventi che rappresentano però solo una delle tante attività che i Reparti Subacquei della Marina conducono a salvaguardia della pubblica incolumità, svolti anche nelle acque interne, in accordo con il Decreto del Ministero della Difesa del 28 febbraio 2017, svolgendo operazioni subacquee ad alto rischio volte a ripristinare le condizioni di sicurezza della balneabilità e della navigazione. In Sicilia sono stati rimossi e distrutti 68 proiettili di medio e grosso calibro ripristinando così la sicurezza della balneazione presso l’isola di Favignana, la costa di Castelvetrano, il porto di Messina e il litorale siracusano. Un siluro della seconda guerra mondiale è stato invece, a seguito di una attenta analisi della dinamica e di un’accurata ricerca subacquea da parte dei palombari del GOS, ritrovato nel porto di Grado nel Friuli Venezia Giulia e fatto brillare con i suoi 300 kg di esplosivo a 400 metri di distanza dal sito, ripristinando così le condizioni di sicurezza di quelle acque. Numeri ancora più alti quelli della Puglia dove, solo durante le prime due settimane di agosto, durante le operazioni subacquee di ricerca di residuati bellici condotte da una ditta specializzata in tale settore 2.560 ordigni esplosivi ed un gran numero di proiettili per armi di reparto sono stati rimossi e distrutti grazie all’intervento dei palombari del Nucleo SDAI di Taranto. In Toscana, infine, è stato rimosso il 13 agosto un proiettile da 88 mm dalle acque del fiume Lamine nel comune di Marradi dagli operatori del Nucleo della Spezia.

I palombari italiani, forti di una storia iniziata ormai 169 anni fa, rappresentano un’eccellenza nazionale nell’ambito delle attività subacquee che li porta ad essere in grado di condurre immersioni lavorative fino a 1.500 metri di profondità in qualsiasi scenario operativo, sia nell’ambito dei propri compiti d’istituto sia a favore della collettività (ad esempio con il soccorso agli equipaggi dei sommergibili in difficoltà o, come già detto, alla neutralizzazione degli ordigni esplosivi rinvenuti in contesti marittimi). Un’eccellenza nazionale quella dei nostri palombari che è riconosciuta anche all’estero. Stretta collaborazione c’è stata infatti tra il Comsubin e la U.S. Navy durante un periodo di scambio tecnico-professionale subacqueo in occasione di un’immersione svolta con la tecnica della saturazione da tre palombari del Gruppo Operativo Subacquei al largo di Finale Ligure (SV) durante l’attività di recupero archeologico dei resti di un relitto di una imbarcazione armata francese, affondata nella battaglia di Capo Noli, nel 1795.

La Marina Militare è oggi l’unica Forza Armata nel Mediterraneo a pianificare e condurre immersioni in saturazione per le quali sono necessarie profonde conoscenze della fisiologia umana, nonché il possesso di elevate capacità tecniche e un adeguato addestramento del personale, trattandosi di una delle operazioni più complesse nell’alveo delle attività subacquee militari. Stesso motivo per cui la U.S. Navy, che da ormai 7 anni non svolge più immersioni in saturazione, ha inviato il proprio personale affinché potesse seguire e osservare tutte le fasi dell’operazione di Capo Noli, per riacquisire le competenze di questa tecnica, riconosciuta come la massima espressione del professionismo subacqueo. Dall’approntamento dell’impianto iperbarico, alla formazione e al mantenimento del microclima, dal passaggio degli operatori nella Submersible Decompression Chamber (SDC) fino ad arrivare al momento della desaturazione degli operatori, ogni fase che ha contraddistinto la complessa operazione è stata fonte di profonda attenzione da parte del team della U.S. Navy. Lo scambio di competenze tecniche tra il Raggruppamento Subacquei ed Incursori ed il Navy Experimental Diving Unit, grazie agli ottimi risultati raggiunti finora, proseguirà e si concretizzerà sicuramente in futuri accordi di collaborazione tra le due Marine.

 

 

 

 

 

Ammiraglio Giuseppe De Giorgi


Fonti:

https://www.pressmare.it/it/istituzioni/marina-militare/2018-08-16/incessante-impegno-agosto-15966

http://www.difesaonline.it/news-forze-armate/mare/le-bonifiche-dei-palombari-del-comsubin-neutralizzati-più-di-23000-ordigni

http://www.difesaonline.it/news-forze-armate/mare/immersioni-saturazione-stretta-collaborazione-tra-il-comsubin-e-la-us-navy

Precedente High North 18: la Marina Militare italiana salpa verso il Circolo Polare Artico Successivo Italian Navy Harrier ops from Cavour