F-125, la fregata della Marina Militare Tedesca fallisce il suo primo test in mare

Un’unica nave da guerra, in grado di trasportare forze anfibie in combattimento in qualsiasi parte del mondo, attaccare navi nemiche, rimanere in area d’operazioni per quasi due anni consecutivi e tutto con la metà dell’equipaggio oggi richiesto su una nave dalle caratteristiche simili. F125 è il nome dell’avveniristico progetto per la classe di fregate Type 125 Baden-Württemberg. Missione principale è la partecipazione a missioni interforze, netcentriche, con la capacità di contrastare  anche minacce asimmetriche e di eseguire operazioni di stabilizzazione con impiego di armi non letali. Destinate a sostituire le otto fregate del tipo F-122 (classe Bremen), commissionate tra il 1982 e il 1990, le F-125 sono lunghe 149,6 metri e larghe 18,8 metri e hanno un dislocamento di 7100 tonnellate, con un pescaggio di 5,4 metri. Piuttosto lente (solo 26 nodi), sono dotate di propulsione CODLAG (Combined Diesel eLectric And Gasturbine), con quattro diesel-alternatori da 2900 kW ciascuno, due motori elettrici con una potenza unitaria di 4500 kW e una turbina con 20 MW di gas. Intervento costiero, antiterrorismo, lotta al traffico illegale e alla pirateria… le F-125 sulla carta promettono di rispondere alle nuove e a diversi tipi di minacce.

Il sogno dell’ingegneria navale tedesca, nato nell’ormai lontano 2005, si è infranto però al primo test in mare: la fregata Baden-Württemberg non funziona come dovrebbe. Un numero imprecisato ma altissimo di bug a livello software ed un armamento forse poco maturo hanno di fatto messo in discussione un progetto ambizioso, lasciando disorientati i vertici del Ministero della Difesa tedesco. Per gli osservatori, alla base di questi inconvenienti c’è stata una cattiva pianificazione e gestione del programma, carenze ormai non isolate nel mondo militare e industriale di molti paesi (l’F35 è un esempio lampante) che hanno causato anche una grave battuta d’arresto su altri grandi progetti militari tedschi, tra tutti la costruzione di un nuovo elicottero e di alcuni droni che ancora oggi faticano a “decollare”. In realtà la Germania paga l’applicazione integrale dell’utopia interforze che ha in pratica ridotto i Capi delle singole Forze Armate e i rispettivi Stati Maggiore al rango di ispettori e di utenti di mezzi definiti, sviluppati da organismi interforze a forte trazione civile.

Va dato atto alla Marina tedesca di non essersi piegata alla forza politica dei gruppi industriali fornitori della Difesa e ai politici di non aver forzato la Forza Armata a umilianti compromessi. La marina tedesca con teutonica fermezza ha così restituito una nave ai suoi costruttori, dopo la sua consegna ufficiale. Durante i test che si sono svolti nel Mare del Nord, al largo della Norvegia e prima di Kiel, le prestazioni rilevate sono state inadeguate rispetto ai requisiti contrattuali. Il fiasco industriale, basato su un progetto da 3 miliardi di euro, è particolarmente inquietante per la Germania, che ha decisamente bisogno di queste navi visto che essendo il più grande esportatore europeo deve poter fare affidamento a rotte marittime sicure per il trasporto delle proprie merci. La messa in servizio della nave sarà posticipata quindi a data da destinarsi. Nel frattempo il consorzio industriale ARGE F-125 (comprendente il leader industriale ThyssenKrupp Marine Systems, compresi Blohm + Voss e Nordseewerke, con Lurssen Werft) dovrà correggere i vari difetti software e hardware della F-125. Dopo sei anni necessari per la sua costruzione la Bundesmarine dovrà attendere ancora parecchio per averla finalmente in linea.

Il Kieler Nachrichten, quotidiano di Kiel, sede della flotta tedesca del Baltico, ha segnalato l’esistenza di problemi con il radar, l’elettronica e il rivestimento antideflagrante dei serbatoi di carburante. Si è scoperto anche che la nave tendeva troppo a dritta, un difetto che il portavoce del programma sostiene sia stato poi corretto. Le problematiche post-consegna secondo i media tedeschi si baserebbero anche sul fatto che la nave abbia superato abbondantemente il dislocamento contrattuale e questo limiterebbe le sue prestazioni, aumenterebbe i costi operativi (consumerebbe di più) e non avrebbe margini di crescita per aggiornarne la configurazione nel tempo, al mutare delle esigenze operative. Interessante invece la scelta di imbarcare oltre alle armi tradizionali, sistemi difensivi “meno letali” come sensori di rilevamento di incursori subacquei, cannoni ad acqua, proiettori laser “dazzler” e cannoni acustici. Una configurazione che evidentemente renderebbe queste navi idonee a operare in teatri operativi a bassa intensità come le missioni antipirateria e di stabilizzazione. La Storia insegna tuttavia che navi troppo specializzate si sono trovate raramente a essere impiegate esattamente nello scenario preso a riferimento per la loro definizione. Le Navi Militari hanno una vita media di 20/30 anni; è sempre meglio puntare a  conseguire la maggior flessibilità operativa possibile, magari lasciando volumi e spazi liberi per integrazioni future, se inizialmente il bilancio non consente di armarle per contrastare ogni tipo di minaccia.

Per quanto riguarda le dimensioni delle F125, criticate da alcuni, ritengo invece siano appropriate sia per poter operare efficacemente in ambienti marini ostili, quando il naviglio più piccolo cessa di operare sia per aumentare l’autonomia dell’equipaggio e la sua efficacia in missioni lunghe.

La Germania, oltre alla gravità di questa situazione, si deve confrontare anche con altri grandi problemi nel settore della Marina Militare, compreso il fatto di non avere sottomarini operativi al momento. Situazione in cui ci si può facilmente trovare quando non si disponga di un sufficiente numero di mezzi, in particolare trattandosi di unità sofisticate e complesse come i moderni sottomarini. Problema che affligge del resto anche la Marina Militare Italiana.

La spesa militare tedesca è tuttavia in rapido aumento per soddisfare l’impegno concordato con la Nato di impiegare il 2% del prodotto interno lordo. Il budget della difesa dovrebbe salire infatti a 38,5 miliardi di euro nel 2018 da 37 miliardi nel 2017 e 35,1 miliardi nel 2016. Non è chiaro però quale sia il programma della Germania per gli anni a venire e se non sarebbe necessario affiancare a queste navi specializzate anche dei cacciatorpedinieri multi ruolo più tradizionali. Il futuro della Marona tedesca ha però un ostacolo assai maggiore di quello rappresentato da una classe di navi da mettere a posto: l’organizzazione del Ministero della Difesa, divenuta ossessivamente interforze.  Le scelte del cupo “burosauro interforze” finiranno per soffocare la voce della Marina, la più piccola delle Forze Armate, a favore di scelte tristemente Esercito-centriche. Per la Germania e non solo, niente di nuovo.

Ammiraglio Giuseppe De Giorgi

 

 


Fonti:
https://www.milanofinanza.it/news/l-orgoglio-dell-ingegneria-navale-tedesca-e-un-disastro-completo-201801122005329336
https://www.meretmarine.com/fr/content/lallemagne-devoile-sa-nouvelle-fregate
http://www.maritimeherald.com/2017/german-navy-refused-take-new-fregate-yard-due-technical-shortcomings/
https://it.wikipedia.org/wiki/Classe_Baden-Württemberg
http://www.naval-technology.com/projects/f125-frigate/
http://www.thedrive.com/the-war-zone/17185/the-german-navy-has-decided-to-return-their-new-frigate-to-the-ship-store-this-christmas

 

Foto

/thaimilitaryandasianregion.wordpress.com 

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