High North 18: la Marina Militare italiana salpa verso il Circolo Polare Artico

Il 7 luglio, salpando dal porto norvegese di Tromsø, la nave Alliance ha dato ufficialmente il via alla Campagna Artica di Geofisica “HIGH NORTH 18”. L’importante missione condotta dalla Marina Militare italiana, con il coordinamento scientifico dell’Istituto Idrografico della Marina al fianco di Enti di ricerca nazionali ed internazionali (NATO STO-CMRE, CNR, ENEA, OGS, INGV, ERI, Università della Sorbona di Parigi e Norwegian FFI, e-GEOS e IDS), porterà la nave Alliance, scelta per le sue particolari capacità di operare nelle regioni polari, fra i mari di Norvegia e Groenlandia fino al Circolo Polare Artico. Dopo il successo delle passate missioni “High North 18” prosegue così il cammino intrapreso dal nostro Paese con l’obiettivo di consolidare e sviluppare i risultati della ricerca scientifica, in particolare modo lo studio dei cambiamenti climatici in aree di particolare interesse come sono quelle del circolo polare artico.

La nave Alliance utilizzata nella missione si configura come un’unità polivalente di ricerca della NATO, ossia una nave oceanografica utilizzata per la ricerca scientifica marina, in particolare in campi quali l’oceanografia, l’idrografia, la meteorologia, gli studi sulle correnti marine, la flora e la fauna acquatica. Caratteristica del natante è quella di essere una delle più silenziose del suo genere, essendo stata concepita per garantire un minimo livello di propagazione del suono in acqua, caratteristica che la rende una piattaforma particolarmente adatta a quelle sperimentazioni scientifiche per le quali l’assenza di suoni sotto la superficie è essenziale. Dotata di circa 400 mq di laboratori, sistemi di navigazione e comunicazione all’avanguardia, gru, verricelli e argani, con una struttura poppiera “a portale” (che le permettono di effettuare movimenti di carico e, contestualmente, manovre di messa a mare e recupero di apparecchiature subacquee), nello specifico, durante la missione utilizzerà dei sensori di ultima generazione, in un’area di operazioni a latitudini molto elevata compresa tra lo Stretto di Fram, le Isole Svalbard e lo Yermak Plateau per definire la mappatura di aree inesplorate, i caratteri e le dinamiche della colonna d’acqua e del fondale in relazione ai processi sedimentari, alla circolazione e ai ghiacci, così da poter consentire di trarre dalla ricerca, attraverso lo studio, l’analisi e il monitoraggio dall’atmosfera al fondale marino, dei risultati concreti. Da marzo 2016 la Alliance, è stata equipaggiata con il personale della Marina Militare grazie a un’intesa del dicembre 2015 fra la Marina Militare e il CMRE. I 46 membri dell’equipaggio della Marina Militare, dopo aver seguito un addestramento mirato alle particolari condizioni meteomarine polari ed alla costante presenza di luce durante le 24 ore, costituiranno un valido ed imprescindibile supporto per i 23 ricercatori a bordo del natante.

Tra comparto della difesa e della ricerca è ormai consolidata una sinergia quasi perfetta che, a fronte degli ottimi risultati passati, fa ben sperare per le missioni future che verrano realizzate per dare continuità al lavoro svolto nelle campagne precedenti. Dai dati raccolti durante la campagna “High North 17”, ad esempio, era stata evidenziata per la prima volta la presenza di una “sorgente” di una serie di canyon tracciati dalle correnti di ghiaccio e acqua dovute all’arretramento dei ghiacci. Dati fondamentali per la realizzazione della cosiddetta “Carta Batimetrica dell’Artico” realizzata per valutare l’entità dei cambiamenti che il riscaldamento globale sta provocando nell’Oceano Artico e fornire un contributo alla previsione dell’impatto che questi possono avere sul resto del pianeta. Così anche la nuova spedizione, con l’obiettivo di acquisire elementi utili di valutazione in molteplici settori, a partire da quello climatico, per una migliore comprensione dell’evoluzione del clima e del suo impatto sul pianeta, si inquadra perfettamente all’interno delle attività svolte dalla Marina Militare Italiana a supporto del cosiddetto “Tavolo Artico”, nell’ambito del quale viene offerto supporto specialistico al gruppo di lavoro “Emergency, Prevention, Preparedness and Response” dell’Artic Council, concilio in cui l’Italia è stata ammessa dal 2013 come osservatrice, riconoscimento che non viene concesso a tutti i paesi, a seguito della complessa e continua attività scientifica svolta nella regione. Tale ruolo di rilievo è stato raggiunto dal nostro Paese anche grazie alla costituzione del Reparto di Geofisica Marina ed Oceanografia presso l’Istituto Idrografico e l’elevata dinamicità dimostrata dallo stesso sin dalla sua costituzione.

L’area polare artica (insieme alla gemella antartica) per le sue caratteristiche di “motore” del clima del pianeta è nodo cruciale per comprendere l’evoluzione del clima ed il suo impatto sul pianeta e sull’economia globale. In questo quadro dove si fondono aspetti ambientali, socio economici e geo-strategici si colloca il motivo della presenza dell’Italia nell’area Artica. Non va dimenticato, infatti, che l’interesse per lo sfruttamento di giacimenti minerali (in particolare per la presenza del 30% di riserve di gas e del 13% di quelle petrolifere), pesca e turismo è qui fortissimo, da parte delle nazioni artiche e non solo. Per tutti questi motivi si tratta di una regione del mondo che va studiata e tutelata e la Marina Militare si dimostra elemento trainante della ricerca italiana in Artico.

Ammiraglio Giuseppe De Giorgi

 


Fonti e Foto: 

http://www.marina.difesa.it/cosa-facciamo/campagne_2018/high_north_2018/Pagine/default.aspx

https://www.cnr.it/it/news/8209/marina-militare-nave-alliance-inizia-la-high-north-18

https://www.analisidifesa.it/2018/07/campagna-artica-per-nave-alliance/

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